Indagine della Procura di Lucca su Casa Famiglia
Cronaca della Versilia

Morte sospetta in una Casa Famiglia di Viareggio

Si tratta di un uomo di settant’anni, indagine della Procura, l’autopsia non avrebbe risolto le cause della morte, in corso ulteriori accertamenti.


di ALDO BELLI

La notizia è rimasta confinata in un articolo de La Nazione a firma della sempre brava Francesca Navari: “Viareggio, 27 marzo 2025. E’ mistero fitto sulla morte improvvisa di un settantenne con problemi psichiatrici ospite in una casa famiglia. L’ipotesi, al momento, è pesante: omicidio colposo contro ignoti, ma sarà l’autopsia a sciogliere ogni dubbio… L’uomo, N.M. originario di Strettoia, da anni era alloggiato alla struttura residenziale Kairos sulla via Aurelia nord alla Migliarina, a causa delle problematiche di salute certificate… Venerdì mattina alle 7 l’anziano è stato rinvenuto riverso a terra nella sua camera, a fianco del letto e già privo di coscienza: gli operatori hanno immediatamente allertato il 118 ed è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Versilia e ricoverato in condizioni gravissime per il violento trauma cranico. Il giorno successivo è deceduto senza mai riprendersi… il dossier dei sanitari è finito dritto in procura. A non convincere sarebbero state le tracce di ecchimosi sul volto e il violento colpo dietro alla nuca rilevato dai medici e affatto compatibile con una semplice caduta dal letto…”.

Ad oggi, l’autopsia non avrebbe risolto con certezza le cause della morte. L’unica cosa certa è che il medico legale incaricato dalla Procura, il dottor Stefano Pierotti, è un professionista noto per il suo rigore professionale, altrettanto meritevole da evidenziare sono i sanitari dell’Ospedale Versilia che alla vista del ricoverato non hanno esitato ad informare la Procura della Repubblica di Lucca; può apparire strano, ma in questa inquietante vicenda abbiamo di fronte tutti professionisti di spessore, incluso il direttore sanitario della casa famiglia coinvolta, il dottor Daniele Ramacciotti con una lunga esperienza di strutture terapeutico-riabilitative, nonché il legale al quale i nipoti della vittima hanno dato il mandato, l’avvocato Gabriele Dalle Luche, e per finire il primario del reparto di Salute Mentale del Versilia, dottor Jacopo Massei.

Se la vicenda è obbietivamente inquietante, non meno inquietante appare il fatto che i colleghi de La Nazione siano stati i soli in Italia a pubblicare la notizia. Non fa onore alla categoria. Sembrerebbe, per altro, che Kairos stia valutando l’esistenza di estremi legali per avere pubblicato La Nazione notizia e nome della casa famiglia: mi auguro che non sia così. E per due ragioni: il sacrosanto diritto-dovere dell’informazione e la libertà di stampa, e la onorabilità stessa di Kairos: qualora dovessero risultare responsabilità, c’è poco da fare se non “Mea culpa mea massima culpa” (e non solo di Kairos a quel punto); viceversa, la prova della morte senza alcuna causa violenta e responsabilità confermerebbe la qualità da anni riconosciuta del servizio prestato da Kairos.

Tengo a dire che, da ferreo seguace dell’informazione aglosassone, prima di scrivere questo articolo ho voluto sentire anche il direttore sanitario di Kairos, il quale gentilmente mi ha risposto di non poter rilasciare dichiarazioni stante il segreto istruttorio. Non appartengo all’informazione delle tre scimmiette, ma neppure alla schiera criminale che trasforma un avviso di garanzia o l’apertura di un fascicolo da parte della Procura in una condanna pubblica. Ci atteniamo ai fatti, comprendo la delicatezza del caso, e pure l’autocensura di informazione, politici e sindacati, tipicamente toscana quando si tratta di cooperative. L’unica cosa intollerabile, tuttavia, rimane che su un fatto del genere prevalga il silenzio pubblico.

Il silenzio non sempre è d’oro. Questa vicenda, infatti, induce anche ad una riflessione più ampia sulle strutture convenzionate con l’ASL: probabilmente non sfuggirà all’indagine della Procura su Kairos, ma il discorso è più generale anche in Toscana.

Come si svolge il controllo periodico da parte del dipartimento di Salute Mentale sulla gestione delle case famiglia e delle Rsa? Da chi e come viene controllato e risulta nella carta il rispetto puntuale della convenzione con l’ASL? Da chi e come viene verificato il personale impiegato con la copertura dei turni h24. E’ un tema questo, sul quale torneremo.

Come si vede, non è vero che è impossibile coniugare il garantismo con la ricerca della verità, anche di fronte a casi inquietanti come questo. E non me ne voglia Kairos, ma sarebbe stato sicuramente utile in frangenti del genere sentire la sua voce per confortare l’opinione pubblica senza con ciò violare il segreto istruttorio, considerando anche il fatto di essere beneficiaria di un appalto di servizi pubblico.

(foto: licenza pxhere – particolare – https://pxhere.com/it/photo/1094080)