Cronaca della Versilia

Viareggio – Piazzone, spostamento dei chioschi: il no dei proprietari

di Lucia Paolini – Antonio Battistini, proprietario di uno dei chioschi, si è fatto portavoce del problema

Antonio Battistini

Lavori al Piazzone fermi. Tra le varie cause, i ricorsi dei 20 chioschi che dovranno spostarsi davanti alla torre Matilde, ma cosa dicono i proprietari dei chioschi?

A Viareggio, il progetto di riqualificazione del ‘Piazzone’, ovvero piazza Cavour, sembra essere in un’impasse senza fine. Previsto per essere completato entro il 2024, il progetto non è ancora iniziato. I totem informativi disseminati nel centro città raccontano quello che doveva essere, ma la realtà racconta una storia diversa. Il sindaco Giorgio Del Ghingaro ha recentemente spiegato sui social l’attuale situazione e i motivi che hanno portato a questi rallentamenti, causati anche da una serie di ricorsi che hanno rallentato l’avvio dei lavori.

Concreti passi avanti verso la riqualificazione di piazza Cavour – scrive il sindaco Del Ghingaro -. Il prossimo consiglio comunale si troverà ad approvare due delibere, entrambe propedeutiche, al via libera per i tanto attesi lavori al ‘Piazzone’. La prima riguarda la ricollocazione dei 20 chioschi attualmente in piazza Cavour che, secondo il progetto di riqualificazione autorizzato dalla sovrintendenza il 4 maggio 2023, non possono più trovare collocazione in quella zona (perché mai autorizzati a starci in pianta stabile): 20 chioschi e quindi altrettante famiglie che, in caso di mancata autorizzazione, si troverebbero senza postazione e quindi senza lavoro. La seconda delibera, invece, approva il nuovo accordo di riequilibrio del quadro finanziario cambiato dopo oltre cinque anni di ritardi dovuti anche ai vari ricorsi effettuati da alcuni esercenti del ‘Piazzone’, che hanno di fatto bloccato per tanto tempo la procedura autorizzativa. (la stima dell’investimento totale attualmente è salita a oltre 10milioni di euro)”.

Questi 20 chioschi, alcuni dei quali sono diventati strutture fisse in cemento e vetro a partire dalla metà degli anni ’80, rappresentano un nodo centrale nella questione. Nati come chioschi mobili, nel tempo si sono trasformati in punti vendita stabili, con i proprietari che hanno investito risorse e speranze. La riqualificazione urgente del centro è un’esigenza sentita sia dai cittadini che dai commercianti, ma non si può ignorare il destino di questi chioschi e delle famiglie che vi lavorano.

La proposta di ricollocarli in piazza Santa Maria, o meglio, in ‘piazza del mercato’ visto che piazza Santa Maria è solamente quel piccolo appezzamento di terra dove è collocata la statua della Madonna, non è priva di problemi. Il sindaco ha spiegato che: “Per poter sistemare piazza Santa Maria in modo adeguato l’amministrazione dovrà prima inserirla tra le aree mercatali previste dal ‘Piano comunale per l’esercizio del commercio su aree pubbliche’, ovviamente previa conclusione positiva del procedimento di variante urbanistica, che vedrà la destinazione della zona passare da ‘verde urbano’ a ‘attrezzature pubbliche, di interesse collettivo e di servizio’”.

I proprietari dei chioschi esprimono forti preoccupazioni. “Questa operazione ha un sacco di problematiche – spiega Antonio Battistini, proprietario di uno dei chioschi che si è fatto portavoce del problema -. Intanto abbiamo l’incognita della variante: se verrà fatta in quella zona, se andrà in porto. Poi c’è da capire se vi sarà il bene placido del privato, cioè se il privato accetta di fare 20 chioschi alla torre Matilde, considerando anche il fatto che quella è una zona non commerciale. C’è da vedere se la sovrintendenza gli darà il permesso. C’è pure da capire se ci sarà da fare un secondo oggetto di gara, che prima era solo su piazza Cavour e ora si andrà a occupare due piazze. Chiaramente poi si andrà incontro a tutta un’altra serie di ricorsi, siccome sei chioschi rimarranno, chi arriverà in graduatoria settimo, c’è la possibilità che faccia ricorso per poter rimanere al mercato; poi ci sono le persone che, come me, hanno un mutuo su un’attività che stanno costruendo oramai da una vita, e vogliono rimanere qua. E’ una cosa che se la guardi così, rischia di andare avanti in eterno“.

Battistini lamenta la totale mancanza di comunicazione con il Comune: “In tutto questo c’è un’aggravante – spiega Battistini -: che con noi non ci ha mai parlato nessuno! Non ci hanno chiesto che tipo di soluzione trovare, e se la cosa ci stesse minimamente bene. Il Comune con noi non ci ha mai parlato. Quello che percepiamo è che ci sia quasi una forma di disprezzo per noi che abbiamo tenuto vivo il mercato. A me è stato fatto un discorso sulla legittimità e cioè che io, che sono qua fisso dal 1987 non avevo titolo a oppormi e mi hanno scritto che io avrò titolo di oppormi quando ci faranno la revoca, e a quel punto mi toccherà fare ricorso. Con me non c’ha parlato nessuno“.

Il 29 luglio, durante il consiglio comunale, si decideranno le sorti del centro. Tuttavia, Battistini non nutre grandi speranze: “Purtroppo io non credo che succederà proprio niente“.

Tra le varie problematiche, una è anche relativa alle dimensioni dei nuovi chioschi progettati, ben inferiori rispetto a quelli attuali. “Il mio è un banco di 38 metri quadri più 18-20 metri fuori di suolo pubblico. È bello, tutto a vetri, lo dico anche con un po’ di orgoglio perché nel corso degli anni ci ho speso dei soldi. Come fa a entrare in 12 metri quadrati?“, si chiede Battistini.

Questi 20 chioschi, che come dice giustamente il sindaco non sono chioschi, ma sono famiglie che lavorano, pagano le tasse, un mutuo e che in 40 anni hanno costruito la loro attività e che, ad oggi, sono in un limbo in attesa degli eventi.